Coaching & Motivazione - Perché la motivazione è importante nelle aziende
Jan 19, 2022Cosa significa motivazione? Motivazione: dal latino motivu(m) ovvero “fornire ragioni per muoversi”.
Nel coaching la motivazione fa riferimento al momento in cui il Coachee diventa consapevole delle convinzioni, pensieri e motivi per i quali intraprende un’azione. La motivazione (o la mancanza di essa) è la principale ragione per cui ogni giorno seguiamo una routine. Esistono due tipi principali di motivazione: la motivazione intrinseca e la motivazione estrinseca.
La motivazione intrinseca è l’insieme delle sensazioni positive associate al fatto di svolgere diligentemente un’attività o un lavoro, è qualcosa di profondamente interiorizzato e si potrebbe tradurre nella frase “io faccio qualcosa per il puro piacere di farlo”: non mi aspetto nulla: nessuna ricompensa, nessun riconoscimento, nulla. Al contrario, invece, la motivazione estrinseca trova appiglio, come si può dedurre dal termine in sé, in cose esterne. Ogni compito, ogni obiettivo, ogni azione implica uno sforzo. Cosa ci spinge quindi a non mollare e ad andare avanti in questo sforzo? Molte volte il desiderio di dimostrare qualcosa a qualcuno.
Perché la motivazione del personale è importante per le aziende?
Molte aziende si affidano al modello dell’asino. L’asino, nonostante la sua natura molto intelligente, è associato, nel Coaching, alla figura dell’auto-sabotatore. È un’idea passiva di motivazione: la motivazione proviene da fonti esterne, è estrinseca, te la devono dare gli altri: in questo caso è l’azienda fornisce motivazione ai propri collaboratori tramite degli incentivi (premi, welfare, benefit etc). L’idea alla base di questo concetto è che, se lasciati a loro stessi, gli umani sono propensi a non fare esattamente nulla. Da qui, l’utilizzo di due popolari strumenti: il bastone e la carota, ossia ricompensa e punizione, due motivazioni esterne, estrinseche. Carota quando sei stato efficiente, bastone quando non lo sei. (cit. Opus di Pietro Trabucchi)
Adottare il modello dell’asino presenta però vantaggi apparenti. Perché? Se la motivazione non dipende da me, ma dal mondo esterno, cosa posso farci? È rassicurante, perché ci permette di incolpare il mondo e ci risparmia la fatica di dover lottare per raggiungere gli obiettivi. Questo modello però ci imprigiona. Quante persone abbiamo sentito dire “questo lavora non fa per me” senza fare niente e dopo 27 anni essere ancora nello stesso posto a lamentarsi? Preferiamo restare nella nostra zona di confort e il mondo ci lascia indietro, perché, oggi più che mai, abbiamo visto quanto questo corra.
È anche però vero il contrario: secondo ricerche degli anni ’50 del 1900, per essere motivate le persone hanno bisogno di interessi, di stimoli, di cose e di attività che li impegnino. Lo stato di demotivazione rappresenta una situazione in cui l’uso di una punizione, di regole e quindi del bastone, non sono efficaci nel lungo termine per motivare le persone. Le troppe regole disallineano, sottraggono alla responsabilità. Le persone che si nascondono dietro a frasi come “ho bisogno di regole, di metodo”, utilizzano queste scusanti per sottrarsi delle responsabilità.
Dall’altro lato sappiamo però anche quanto siano indispensabili le regole e la disciplina imposte dall’esterno.
Potremmo quindi affermare che gli incentivi, le regole, le punizioni funzionano moderatamente nel breve periodo, quando ci sono obiettivi precisi, chiari e molto poco sfidanti. Abitudine di fondo e obiettivo nell’immediato: salta in alto e ti do la carota. Questo però non funziona nelle fasi di cambiamento, dove, oggi più che mai, risulta essere sempre più importante continuare a trovare soluzioni nuove: automotivazione.
Quando funzionano gli obiettivi esterni?
Nella nostra esperienza di Business Coach e formatori nel mondo aziendale gli incentivi esterni funzionano solo quando gli obiettivi sono routinari, molto chiari, poco sfidanti e raggiungibili a breve termine. Nel momento in cui, invece, si presenta un obiettivo che richiede un cambiamento, la ricerca continua di soluzioni e i processi sono più faticosi, allora per raggiungerli sarà necessaria l’automotivazione data dalla passione.
Come si motivano i collaboratori?
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